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Il dopo Bonaccini in Regione, si lavora per il 24 novembre. Scontro con Fratelli d'Italia

Il dopo Bonaccini in Regione, si lavora per il 24 novembre. Scontro con Fratelli d'Italia

Source: Il Resto del Carlino

Bologna, 22 aprile 2024 - L'ipotesi più accreditata è che manchino sette mesi al voto regionale in Emilia-Romagna. Dopo la candidatura ufficiale alle Europee del governatore in carica, Stefano Bonaccini, tutti hanno comprato un pallottoliere per fare i loro conti. Ma, al netto di scossoni ora impronosticabili, la strada che sembrerebbe già tracciata è quella delineata dal presidente di Regione uscente nella sua video-candidatura. "Si voterà in autunno, sarà una transizione ordinata".

Novembre dovrebbe essere il mese adatto, e domenica 24 potrebbe mettere d'accordo tutti. Non è escluso un anticipo ad altre domeniche novembrine, difficile a oggi invece l'anticipo a settembre. Mentre non trova per ora riscontri la suggestione, ventilata da ambienti di centrosinistra, che il governo Meloni possa preferire un rinvio del voto, magari ai primi mesi del 2025.

Se Fratelli d'Italia e il centrodestra centreranno un buon risultato alle Europee di giugno sarà molto difficile pensare a un rinvio. Al contrario, votare subito potrebbe essere la strada migliore per sfruttare l'onda. L'urna di Bruxelles, in definitiva, sarà molto importante per capire come si muoveranno i partiti.

Ieri, intanto, Bonaccini ha risposto a chi da destra lo attacca per la "fuga" dalla guida di viale Aldo Moro. "A quei parlamentari di Fratelli d'Italia che sbraitano, ricordo che la prima volta fui eletto nel novembre del 2014, non ieri l'altro. E a differenza di alcuni di loro, presenti solo in occasione delle campagne elettorali, gli emiliani e i romagnoli mi hanno visto in questi dieci anni sempre sul territorio: ogni giorno, ogni settimana, ogni mese - ha sottolineato il governatore -. Perché hanno votato contro il terzo mandato? Perché non mi hanno nominato commissario per la ricostruzione post alluvione?".

Duro l'ulteriore commento del coordinamento regionale di FdI. "È inaccettabile che una figura politica che ha lasciato la sanità emiliano-romagnola in uno stato di grave difficoltà aspiri a un ruolo in Europa". La consigliera regionale emiliana Marta Evangelisti, sempre di FdI, ha detto. "Presidente, non ha avuto il terzo mandato perché lo ha tolto lei nel 2014 - ha scritto -. E comunque la Schlein non La voleva. E dopo 12 anni in cui è commissario al sisma ancora non ha finito. E comunque la Schlein non la voleva neppure lì. Si chieda perché La vuole in Europa, invece".