Industria italiana autobus. Fuori la cordata bolognese. Sinergia Caserta-Pechino
Source: Il Resto del Carlino
La cordata bolognese resta fuori. E per Industria italiana autobus, ultima casa produttrice di bus in Italia, il futuro sembra sempre più virare verso la direttrice Caserta-Pechino. Ieri, nell'ennesimo incontro a Roma al ministero delle Imprese e del made in Italy con i sindacati e l'assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla, la sottosegretaria Fausta Bergamotto ha fatto sapere che la cordata di imprenditori composta da Gruppioni, Stirpe e Marchesini ha presentato sì un'offerta vincolante, ma è stata "ritenuta non soddisfacente dal governo sia per carenza del piano industriale sia per onerosità economica".
Morale: il tempo in più concesso dal ministro Adolfo Urso non è servito a dare l'ok alla proposta degli imprenditori del nostro territorio. E, come riferiscono le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM nazionali, è stato esplicitato "l'interessamento da parte del colosso cinese Ccig che ha già svolto sopralluoghi nei due siti di Flumeri e di Bologna". Resta, poi, in campo, il gruppo campano di Seri Industrial che ieri ha presentato il piano industriale, confermando il suo interesse per il sito di Bologna dove interebbe sviluppare la produzione.
Da quello che filtra, a fronte della volontà della compagine pubblica (Invitalia e Leonardo) di sfilarsi dall'ex Breda cedendo le quote societarie, l'ipotesi su cui il governo sta lavorando è una sinergia tra Seri della famiglia Civitillo e il gruppo cinese. Da qui, l'asse tra Caserta e Pechino potrebbe rafforzarsi in vista delle prossime tappe di Urso in Cina (il 4 e il 5 luglio) così da chiudere con un annuncio il 29 luglio, quando la premier Giorgia Meloni sarà in visita nel paese del Dragone. I sindacati, però, non ci stanno. E al governo ribadiscono "che il futuro dell'ex Breda deve muoversi in un'ottica industriale e non finanziaria". Per questo, "servono l'analisi dei progetti industriali di entrambe le cordate (Gruppioni, Stirpe, Marchesini e Seri Industrial) con un focus sulla compagine cinese" e "una più solida garanzia pubblica almeno fino a che il piano di rilancio non divenga concreto". Sulla stessa linea Colla, in pressing per un summit plenario: "Su IIA non si può decidere 'a precipizio'. E vendere senza sapere se ci saranno prospettive". E avverte: "Non vorrei consegnare il più grande investimento di risorse italiane, che è il Pnrr, a soggetti cinesi".