Run 5,30, in migliaia alla maratona silenziosa per le vie di Bologna. "E' una città magnifica"
Source: Il Resto del Carlino
Bologna, 14 giugno 2024 - Com'è bella e suggestiva Bologna alle prime luci dell'alba. Una sorta di alone magico che contribuisce a rendere davvero unica la Run 5.30, la corsa sbarcata all'ombra delle Due Torri nel 2011 grazie a Ginger ssd e diventata grande con il contributo dell'Uisp che ha portato avanti il messaggio.
Qual è il messaggio? Che si può correre in tranquillità, quando il resto della città dorme o comunque riposa. Con passo felpato, senza esagerazioni, chiacchierando con l'amico o con l'amica, godendo di scorci che solo Bologna, alle luci dell'alba, è in grado di regalare. Quanti sono i bolognesi alla Run 5.30? Almeno tremila, forse quattromila. Non sono i numeri pre-pandemia, ma dopo il Covid di fatto si è ripartiti da zero e Bologna continua a essere generosa e sposa questa idea. Quella di correre in libertà, senza sporcare. Facendo colazione, all'arrivo, con le ciligeie raccolte in confezioni che riducono al minimo i rifiuti. E che comunque sono riciclabili.
Bologna la rossa. Non tanto per il colore politico o per la tinta dei muri, ma per le magliette che hanno questa tonalità. Anche se ci sono pure le versioni vintage del passato. Chi sfoggia la t-shirt bianca (quella del decennale), chi la gialla, chi la blu della passata stagione.
Non c'è una classifica perché, come accade per StraBologna, altra classica dell'Uisp, si tratta di una non competitiva. Ma sul podio virtuale salgono Lorenzo Mandana, 29 anni, infermiere, Andrea Verardi, 39, artigiano e Francesco Ianieri, 28, osteopata. Sul tracciato c'è Romano Prodi con il figlio Giorgio. E' stato il Professore, qualche anno fa, a sdoganare Piazza Maggiore per la Run 5,30, all'epoca 'confinata' in Piazza Santo Stefano. Prodi non ha cambiato idea. "Come è andata? Da povero vecchietto - se la ride -. E' una città magnifica. C'è il sole, c'è l'allegria, ma soprattutto non disturbiamo nessuno. Abbiamo corso con passo felpato".
Quasi il manifesto della corsa, mentre Sergio Bezzanti, uno dei due organizzatori insieme con Sabrina Severi - poco distante Donatella Draghetti, dirigente Uisp - continua a sbandierare salutando a modo suo l'arrivo dei partecipanti. I maligni dicono che ci siano stati 3mila runner e due 'feriti'. Feriti appunto dalla sbandieratore folle. Ma è una malignità, o meglio una battuta in allegria perché in piazza ci si diverte e si costruiscono storie, favole, leggende. E le storie, cosi come i personaggi, sono tante. Con il professor Romano Prodi e il figlio Giorgio ci sono Stefano Dall'Ara, vice presidente di Gattinoni Group e l'avvocato Cinzia Ceccolini, Ius Runner.
C'è Paolo Bordon, direttore dell'Ausl: "Stupenda corsa, complimenti agli organizzatori". C'è Renato Villalta, che prova a nascondersi sotto un cappellino, ma i suoi 204 centimetri spiccano comunque. Al suo fianco Lorenzo Sassoli de Bianchi. C'è Ester Balassini, un tempo regina del lancio del martello, oggi delegato provinciale Fidal. Sprinta come sempre l'assessora allo sport Roberta Li Calzi. C'è anche Franz Campi, che con Stefano Dall'Ara ricorda il torneo dei Giardini Margherita. E a proposito di Playground ecco Pigi Rossi, che era l'allenatore dei Cartolini. Pigi è un narratore straordinario: correre la Run 5.30 al suo fianco vorrebbe dire perdersi in immagini e racconti suggestivi. Dicono che abbia tagliato (nel senso di accorciato il percorso), Pigi, perché arriva al traguardo fresco come una rosa. Ma anche i 'tagli' di Pigi sono (forse) una malignità. C'è Stefano Cavuoto che nel secolo scorso era il bomber del Progresso (cresciuto prima nella Pallavicini). C'è Roberto Morgantini delle Cucine Popolari, mentre Marcello Ciurlo, che ha tracciato personalmente il percorso per Uisp, dà vita al servizio 'scopa'. Si mette in coda e pulisce quello che resta della corsa. E gli altri? Roberto Diolaiti ("umile, ma ci sono", il suo mantra) che dà vita a un testa a testa con Alfeo Brognara. Poi Marco Briolini, Mirco Baroncini, Marco Parazza con la moglie Sandra Tassinari. C'è Daniele Menarini, direttore di Correre e Alessio Guidi di 'Passo Capponi' con il fedelissimo Stefano Budriesi. C'è Francesca Grana, professione fotoreporter che fino a due sere prima era all'Olimpico di Roma per gli Europei di atletica. Non ci sono medaglie (se non virtuali e di legno) per la Run 5.30. Ma c'è tanta bella gente. C'è voglia di far festa.