Teatro Buzzati, trave di ferro chiodata cade dal cornicione: attimi di paura per i passanti
Source: Gazzettino
BELLUNO - A mezzogiorno e un quarto piazza dei Martiri era piuttosto affollata: chi aspettava l'autobus, chi chiacchierava con i colleghi dopo aver chiuso la propria bottega, chi sceglieva dove andare a pranzare. Una donna, e vicino a lei altri pedoni, si trovava nei paraggi del Teatro Comunale "Dino Buzzati" e più precisamente davanti alla facciata dell'ingresso principale, quando una trave di ferro chiodata sarebbe precipitata a terra improvvisamente, assieme ad alcuni calcinacci. "Mi trovavo su un lato e, mentre aspettavo assieme a tanta gente, è caduto questo pezzo di ferro di quasi un metro, con tanto di dissuasori per colombi. Spuncioni di ferro con pezzettini di intonaco e chiodi. La paura è stata tanta". In effetti sui cornicioni delle quattro colonne corinzie a rilievo sulla facciata del teatro sono presenti delle grate ferrate, posizionate proprio per evitare che i piccioni si stabiliscano sopra il teatro, con le ovvie conseguenze sugli scalini sottostanti. "Abbiamo sentito un po' di trambusto, poi sono arrivati i vigili del fuoco e hanno confinato l'area. È vero che c'era molta gente" spiega un esercente. La squadra intervenuta dal Comando di Belluno ha raggiunto il teatro con l'autoscala, per poi effettuare un sopralluogo assieme ai tecnici del Comune. Dopo aver constatato che non c'erano altri elementi architettonici in pericolo di caduta, i pompieri hanno messo in sicurezza riposizionando e fissando il dissuasore sul cornicione da cui era caduto.
"Spero a questo punto che abbiano controllato anche le statue" aggiunge la donna che ha assistito alla scena, che di certo per qualche tempo - anche per scaramanzia - eviterà di passarci accanto. In effetti, il teatro comunale è molto antico ed è sopravvissuto a due terremoti, quello dell'Alpago nel 73, e quello del 1936, oltre che alle conseguenze della Seconda guerra mondiale: venne costruito a partire dal 1833, su disegno del Segusini, e inaugurato due anni dopo, mentre l'idea di arricchirlo con due leoni in pietra, raffiguranti la Poesia e la Musica, sono attribuiti a Pietro Zandomeneghi. Per diversi decenni queste statue venivano protette durante l'inverno, per non sottoporle alle intemperie. Oggi quest'abitudine è scomparsa. Le figure che svettano dall'attico sono settecentesche e d'ispirazione classica e, nonostante l'età, sembrano dimostrarsi più solide delle dotazioni più moderne dell'edificio.